La Chiesa della Confraternita di San Gerolamo
sede del Museo “Arte Sacra”
L’attuale Chiesa di San Gerolamo sostituisce una costruzione più antica, situata nella vicina Aia dei Galli, che, alla metà del ‘600, risultava però inadeguata per ampiezza e per condizioni architettoniche.
Dopo numerose controversie legali con la Confraternita della Misericordia, altra Associazione religiosa del Paese, dovute all’eccessiva vicinanza tra le due chiese per cui si temevano inopportune interferenze, il 23 ottobre 1662 viene posata la prima pietra.
Il progetto della Chiesa è stato elaborato dai capomastri ticinesi, residenti a Costigliole, Pietro Baldi e Gian Maria Poncino che si erano ispirati all’architetto regio Amedeo di Castellamonte (1610-1683).
Il campanile, originariamente, era collocato sul tetto della facciata, ma venne poi ricostruito nel 1880-81 su disegno del geometra costigliolese Pietro Gallino in forme neo-barocche di stile juvarriano.
L’attuale decorazione interna risale al 1896.
L’imponente altare maggiore marmoreo (1692-1699 circa), uno dei più raffinati esempi di altare “a ribalta” del Piemonte, è opera degli artisti luganesi Giuseppe Maria Carlone e Giovanni Pietro Tadei. Nel 1711 venne arricchito di una meravigliosa pala: “San Gerolamo in meditazione” del celebre pittore luganese Giuseppe Antonio Petrini (1677-1750 circa) uno dei più significativi artisti del ‘700 europeo.
Al 1749 risalgono le balaustre di marmo e il tabernacolo del marmorino Diamante Pelagatta di Viggiù.
Gli altari laterali, in stucco, furono realizzati nel 1798 da Luigi Baguti di Rovio, presso Lugano e vennero edificati appositamente per poter celebrare le Messe anche durante “le quarantore” nei primi giorni della Settimana Santa, quando sull’altare maggiore era esposto il Santissimo Sacramento.
Il pulpito ligneo, imponente in legno di noce, si trova addossato alla parete laterale sinistra. Riveste un’importanza particolare, infatti ingloba in sé due funzioni specifiche: pulpito con scaletta interna e il sottostante confessionale. Esso è un unicum, non facilmente reperibile in altre chiese. È sovrastato da un ampio baldacchino ligneo scolpito. Non si conosce il nome dell’autore. Molto probabilmente risale alla metà del XVIII secolo, come attestato dalle Visite Pastorali. L’acquasantiera in marmo è stata realizzata nel 1698 da Giovanni Pietro Tadei.
Il coro in legno di noce risale al 1688, e si deve probabilmente al lavoro dei Barberi, famiglia di intagliatori. I confratelli, la domenica mattina, prima della Messa, vestiti con l’abito dell’Associazione, recitavano qui l’ “Ufficio delta Vergine” ossia i salmi del loro libro di preghiere.
I fratelli Antonino e Francesco Maria Gatto nel 1704, realizzarono, in muratura, la tribuna di ingresso abbellita, l’anno successivo, dallo stuccatore Antonio Bellotto e decorata dalla pittrice costigliolese Caterina Arellano.
La cassa dell’organo, con lo stemma della Confraternita Romana del Gonfalone a cui questa confraternita era associata, fu scolpita da Emanuele Boldino; l’attuale strumento, risalente al 1824, è opera dell’organaro Felice Bossi di Bergamo.
Il portale d’ingresso, del 1683, si deve all’intagliatore astigiano Domenico Prete.